Osservazioni in tema di riforma della gestione "collettiva" dei diritti d'autore

Si parte dalla analisi della disciplina di cui al d.lgs. 15 marzo 2017 n. 35 di recepimento della cd. Direttiva Barnier, e dalla conseguenziale abolizione del monopolio SIAE in tema di gestione collettiva dei diritti d'autore (art. 180 l.a.), per verificare le conseguenze e l'impatto sul mercato autoriale dato dalla liberalizzazione. Si procede così al raffronto comparativo fra le diverse organizzazioni di collecting societies (EGI ed OGC), per analizzare le diversità attinenti alle modalità di gestione su cui può fondarsi la scelta dei titolari di diritti d'autore e così il sistema concorrenziale. In particolare, vengono messe a raffronto le diverse funzioni, lucrativa propria degli EGI, e mutualistica, degli OGC: in queste nuove forme di organizzazione, l'affidamento in gestione dei diritti d'autore, in generale tradizionalmente ricondotta allo schema del mandato, presenta (al di là della diversità delle parti, non imprenditori) soltanto una lontana affinità con la funzione consortile, mentre sembra potersi inquadrare nell'ambito di una associazione in partecipazione. ciò che viene supportato dalla inconfigurabilità di una vera e propria separazione patrimoniale (mentre è prevista espressamente soltanto quella contabile) ed il risultato della gestione dei diritti d'autore è per di più suscettibile di decurtazioni operate dall'organizzazione collettiva a seguito dell'approvazione da parte dell'assemblea generale dei membri ex art. 10 IV co. lett c) d.lgs. n. 35/17 di una "politica generale di investimenti e detrazioni". Da questo punto di vista si evidenzia l'esigenza di verificare che siffatta "politica" sia effettivamente rivolta al perseguimento dell'"interesse migliore" degli aventi diritto; per cui si auspica nell'ambito di un fisiologico periodo iniziale di assestamento del mercato autoriale, l'efficienza dei controlli amministrativi (AGCOM e AGCM)